Amianto: storia, rischi e controlli per la sicurezza negli ambienti di lavoro
L’amianto, noto anche come asbesto, è stato uno dei materiali più utilizzati nel settore industriale ed edilizio del XX secolo. Le sue proprietà – resistenza al calore, durata, isolamento termico e acustico – lo hanno reso protagonista di migliaia di applicazioni. Tuttavia, la sua pericolosità per la salute umana ha portato, nel tempo, a severe restrizioni fino al divieto di utilizzo in Italia nel 1992 (Legge 257/92).
Nonostante siano trascorsi più di trent’anni, grandi quantità di amianto sono ancora presenti in edifici industriali, scuole, ospedali, capannoni e coperture civili, ponendo rischi significativi per lavoratori e comunità.
Un cenno storico: perché l’amianto è stato così diffuso?
Fin dagli anni ’50 l’amianto è stato considerato un “materiale miracoloso”: resistente, isolante, ignifugo e a basso costo. È stato usato in:
- Coperture di capannoni industriali (eternit);
- Serbatoi, tubazioni e canne fumarie;
- Pavimentazioni e rivestimenti;
- Componenti di macchine e impianti produttivi.
La consapevolezza dei gravi danni alla salute – asbestosi, mesotelioma pleurico e tumori polmonari – è maturata progressivamente, fino alla messa al bando definitiva. Tuttavia, le strutture e i manufatti contenenti amianto continuano a costituire una fonte di rischio se non adeguatamente gestiti.
Amianto oggi: un problema ancora presente
Secondo recenti stime, in Italia rimangono oltre 30 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Le coperture in fibrocemento sono ancora diffuse, soprattutto nei capannoni industriali e agricoli, ma anche in edifici pubblici e privati.
La presenza di amianto non rappresenta un pericolo immediato se il materiale è in buono stato di conservazione e non rilascia fibre nell’aria. Il rischio aumenta quando:
- Il materiale è deteriorato;
- Subisce urti, vibrazioni o infiltrazioni d’acqua;
- Viene sottoposto a lavorazioni senza le dovute precauzioni.
Normativa di riferimento
La gestione dell’amianto è regolata da diverse norme, tra cui:
- Legge 257/92: vieta estrazione, produzione e commercializzazione di amianto e prodotti contenenti amianto.
- D.Lgs. 81/08 (Testo Unico sulla Sicurezza): definisce obblighi di valutazione del rischio e protezione dei lavoratori.
- D.M. 6/9/1994: stabilisce criteri tecnici per valutazione stato di conservazione e interventi di bonifica.
Verifica delle coperture in amianto: cosa prevede la normativa
Ogni struttura con coperture o manufatti contenenti amianto deve essere sottoposta a:
- Censimento: individuazione e mappatura delle aree a rischio.
- Valutazione dello stato di conservazione: analisi visiva e campionamenti, se necessario.
- Piano di controllo e manutenzione: obbligatorio per i materiali in buone condizioni, per garantirne la stabilità nel tempo.
Campionamento e analisi delle fibre di amianto
Quando si sospetta il rilascio di fibre nell’ambiente, si procede con:
- Campionamento ambientale: raccolta di particelle aerodisperse in ambienti di lavoro o aree circostanti.
- Analisi di laboratorio: utilizzo di tecniche come la microscopia ottica a contrasto di fase (MOCF) o la microscopia elettronica a scansione (SEM) per determinare la concentrazione di fibre.
I risultati delle analisi sono fondamentali per:
- Definire la necessità di interventi di bonifica;
- Garantire la sicurezza di lavoratori e residenti;
- Dimostrare la conformità alle normative vigenti.
Tecniche di bonifica dell’amianto
Le modalità di bonifica sono tre:
- Rimozione: eliminazione definitiva del materiale, con successivo smaltimento in discariche autorizzate.
- Incapsulamento: applicazione di prodotti che inglobano le fibre e riducono il rischio di rilascio.
- Confinamento: isolamento del materiale attraverso barriere fisiche, per impedirne la dispersione.
La scelta del metodo dipende dallo stato del materiale, dalla tipologia di struttura e dai costi di intervento.
Perché affidarsi a un laboratorio qualificato
Le verifiche e le analisi devono essere eseguite da tecnici qualificati e laboratori accreditati, in grado di:
- Effettuare sopralluoghi e prelievi nel rispetto delle norme di sicurezza;
- Fornire relazioni tecniche certificate;
- Supportare le aziende nella gestione delle pratiche amministrative e nella pianificazione di eventuali bonifiche.
Conclusione
L’amianto rappresenta ancora oggi una sfida rilevante per la salute pubblica e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
La conoscenza dello stato delle coperture, l’analisi delle fibre e la corretta gestione del rischio sono elementi essenziali per garantire ambienti sicuri e conformi alla normativa.
Affidarsi a professionisti specializzati significa tutelare la salute delle persone, prevenire sanzioni e contribuire a un ambiente più sicuro e sostenibile.