Micro-Rischi domestici: Bombolette dimenticate in tasca e asciugatrice: rischio reale o leggenda urbana?

Micro-Rischi domestici

Ogni tanto, sui social o nei notiziari, riemerge una storia che fa riflettere: una bomboletta esplosa in asciugatrice, dimenticata nella tasca di un giubbotto o di un paio di pantaloni.
Ma quanto è realistico questo rischio? Può davvero succedere, o si tratta di un pericolo più teorico che reale?

Come nasce il rischio

Le bombolette spray (deodoranti, lacche, spray igienizzanti o tecnici) sono contenitori pressurizzati: al loro interno vi è un gas propellente che mantiene la pressione costante e permette la fuoriuscita del prodotto.
Sulla confezione compare sempre la dicitura “recipiente sotto pressione – può esplodere se riscaldato”.

In effetti, se una bomboletta fosse esposta a temperature superiori a 50 °C, la pressione interna aumenterebbe fino a deformare o rompere il contenitore.
E poiché un’asciugatrice raggiunge anche 60-80 °C, in teoria l’esplosione è possibile.
Tuttavia, nella pratica, si tratta di un evento estremamente improbabile.

Perché è quasi impossibile che accada

Nella vita reale, è molto raro che una bomboletta finisca davvero in un’asciugatrice.
La maggior parte dei capi che finiscono in lavaggio — soprattutto se destinati all’asciugatrice — sono svuotati dalle tasche e controllati prima del ciclo.

Inoltre, le bombolette hanno pareti metalliche resistenti e valvole di sicurezza che sopportano variazioni di temperatura significative.
Anche in caso di surriscaldamento, è più probabile che rilascino lentamente il gas piuttosto che esplodere violentemente.

Insomma, sì: in teoria una bomboletta può esplodere se finisce in asciugatrice, ma serve una combinazione quasi perfetta di distrazione, tipo di capo, e condizioni di temperatura prolungate.
Una possibilità più da racconto di cronaca che da rischio quotidiano.

Perché comunque vale la pena parlarne

Il fatto che sia improbabile non significa che sia da ignorare.
Questo tipo di episodi rientra in una categoria di “micro-rischi domestici” che nascono da semplici disattenzioni e che possono, seppur raramente, avere conseguenze fastidiose o dannose.

Nel contesto della sicurezza sul lavoro, la riflessione ha un valore aggiunto: ricordare che anche i rischi poco probabili vanno considerati nella valutazione complessiva, in base al principio di prevenzione e prudenza previsto dal D.Lgs. 81/08.

Buone pratiche (sempre utili)

Sia in casa che in ambito aziendale, vale la pena mantenere alcune abitudini preventive:

  1. Controllare le tasche dei capi prima di lavarli o asciugarli.
  2. Conservare le bombolette lontano da fonti di calore diretto, termosifoni o raggi solari.
  3. Smaltirle correttamente, come rifiuti metallici o pericolosi, seguendo le indicazioni comunali.
  4. In ambito professionale (lavanderie, officine, laboratori): informare il personale e mantenere procedure di verifica prima del lavaggio di indumenti tecnici.

In conclusione

Le bombolette dimenticate in tasca rappresentano un rischio più teorico che reale, ma ricordano quanto sia importante la cura dei piccoli gesti quotidiani.
Controllare una tasca può sembrare una banalità, ma è lo stesso principio di attenzione che guida ogni buona pratica di sicurezza: ridurre anche i rischi più improbabili per mantenere ambienti più sicuri, in casa e sul lavoro.

Un rischio raro, certo. Ma la sicurezza si costruisce proprio a partire dalle piccole attenzioni.