La progettazione degli impianti antincendio è uno degli aspetti più delicati e strategici nella sicurezza di un edificio o di un’attività produttiva.
Non si tratta solo di scegliere quali presidi o impianti installare, ma di pianificare un sistema integrato di prevenzione, protezione e gestione dell’emergenza, capace di salvaguardare persone, beni e continuità operativa.
Un impianto antincendio ben progettato è il risultato di un percorso tecnico preciso, che parte dall’analisi del rischio e arriva alla manutenzione programmata, nel rispetto delle norme di prevenzione incendi (D.M. 3 agosto 2015 e s.m.i., regole tecniche verticali, decreti ministeriali ecc.), e delle UNI applicabili per lo specifico impianto.
Vediamo insieme i punti fondamentali per comprendere come nasce un impianto antincendio efficiente, a norma e su misura.
1. Analisi del rischio incendio: il punto di partenza
Ogni progetto parte da una valutazione del rischio.
L’obiettivo è identificare:
- i pericoli di incendio (processi produttivi, stoccaggi, impianti elettrici, sostanze infiammabili);
- le persone esposte e le modalità di evacuazione;
- il livello di rischio dell’attività, secondo la classificazione del D.M. 3 settembre 2021.
Questa fase permette di definire la strategia antincendio più adeguata, sia dal punto di vista della prevenzione, che per quanto riguarda le misure di protezione passiva (materiali, compartimentazioni, vie d’esodo) e attiva (impianti, sistemi di allarme, rivelazione e spegnimento).
2. Normativa di riferimento
La progettazione antincendio è regolata principalmente da:
- D.M. 3 agosto 2015 (cosiddetto Codice di prevenzione incendi), con le sue regole tecniche orizzontali e verticali;
- D.M. 1° settembre 2021 (controlli e manutenzione impianti antincendio);
- UNI 10779 – reti di idranti;
- UNI EN 12845 – impianti sprinkler;
- UNI 9795 – sistemi di rivelazione automatica di incendio;
- UNI EN 15004 – impianti a gas estinguenti.
Il progettista deve integrare queste (e tante altre) norme in un disegno coerente, rispettando anche i requisiti dei Vigili del Fuoco e predisponendo la documentazione per la presentazione di una richiesta di valutazione progetto (quando previsto) e, successivamente, di una SCIA antincendio.
3. Dalla strategia alla progettazione esecutiva
Una volta definite le esigenze di protezione, il progettista elabora la strategia antincendio vera e propria, articolata in diverse misure previste dal Codice:
- S.1 – Reazione al fuoco
- S.2 – Resistenza al fuoco
- S.3 – Compartimentazione
- S.4 – Esodo
- S.5 – Gestione della sicurezza
- S.6 – Controllo dell’incendio
- S.7 – Rivelazione e allarme
- S.8 – Controllo fumi e calore
- S.9 – Operatività antincendio
- S.10 – Sicurezza degli impianti tecnologici
Devono poi essere realizzati tutti i progetti esecutivi impiantistici, che dovranno contenere:
- relazioni tecniche e calcoli;
- planimetrie e sezioni degli impianti;
- schede dei componenti e dispositivi;
- diagrammi di funzionamento e logiche di programmazione.
Ogni impianto (idranti, sprinkler, rivelazione e allarme incendio, evacuazione fumi, spegnimento) deve essere coordinato con gli altri sistemi di sicurezza e con la struttura dell’edificio.
4. Tipologie principali di impianti antincendio
• Impianti di rivelazione e allarme
Sono il “cervello” del sistema.
Rilevano automaticamente la presenza di fumo, calore o fiamma e attivano l’allarme, permettendo l’evacuazione tempestiva.
Devono rispettare la norma UNI 9795 e possono includere centrali, sensori, pulsanti manuali, sirene ottico-acustiche e collegamenti ai sistemi di spegnimento o evacuazione.
• Impianti di spegnimento automatico
Comprendono gli sprinkler (acqua), i sistemi a gas (quali inergen, CO₂, FM200, Novec 1230), a schiuma o a polvere.
Ogni tipologia va scelta in base al tipo di rischio e all’ambiente da proteggere (magazzini, locali server, archivi, cucine, ecc.).
• Reti idranti e naspi
Devono garantire una pressione e una portata adeguata all’intervento manuale.
La UNI 10779 stabilisce i criteri di dimensionamento della rete per la disposizione delle cassette, nonché le modalità di effettuazione delle prove e misurazioni.
• Impianti di evacuazione fumo e calore (EFC)
Fondamentali in ambienti di grandi dimensioni, come capannoni e centri commerciali, per mantenere visibilità e temperature controllate durante l’esodo.
Progettati secondo la UNI 9494, possono essere naturali o meccanici.
5. Integrazione con gli altri sistemi di sicurezza
Un moderno impianto antincendio non può essere isolato.
Deve dialogare con gli altri sistemi dell’edificio:
- impianti elettrici e di illuminazione di emergenza,
- impianti HVAC e ventilazione,
- impianti di sicurezza e videosorveglianza,
- sistemi di gestione integrata (BMS o supervisione).
Questa integrazione garantisce una risposta coordinata in caso di emergenza, con segnalazioni automatiche, chiusura di porte tagliafuoco, attivazione di sirene e gestione dei flussi di evacuazione.
6. Documentazione, verifiche e approvazioni
La progettazione antincendio non si esaurisce con i disegni.
Deve essere accompagnata da:
- relazione tecnica antincendio redatta da professionista abilitato (iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno – D.M. 5 agosto 2011);
- certificazioni dei materiali e componenti;
- dichiarazioni di conformità ai sensi del D.M. 37/2008;
- verbali di collaudi e prove funzionali;
- manuale d’uso e manutenzione.
Solo dopo il completamento di queste fasi l’attività può ottenere il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) o presentare la SCIA antincendio.
7. Manutenzione e aggiornamento periodico
Un impianto antincendio efficace è quello che funziona nel tempo.
La manutenzione programmata è obbligatoria e deve seguire il D.M. 1 settembre 2021, oltre alle specifiche UNI (es. UNI 9994-1 per estintori, UNI EN 12845 per sprinkler, UNI 10779 per idranti).
Le verifiche comprendono:
- controlli visivi e funzionali;
- prove di allarme e attivazione;
- sostituzione dei componenti scaduti;
- aggiornamento del registro antincendio.
8. L’importanza della formazione
Anche il miglior impianto perde efficacia se chi lo utilizza non è preparato.
La formazione antincendio dei lavoratori è parte integrante del sistema di sicurezza aziendale e deve essere svolta da enti o professionisti qualificati, secondo i nuovi criteri introdotti dall’Accordo Stato-Regioni 2025, e va effettuata con le modalità e le periodicità previste dal D.M. 2 settembre 2021.
Formare gli addetti antincendio significa renderli capaci di:
- riconoscere i segnali di allarme;
- gestire l’evacuazione in sicurezza;
- utilizzare gli estintori e le attrezzature disponibili;
- comunicare con i soccorritori in modo efficace.
9. Le sfide della progettazione moderna
Oggi la progettazione antincendio non è più un adempimento burocratico, ma un processo tecnico e gestionale che coinvolge:
- sostenibilità (scelta di impianti a basso impatto ambientale, riduzione del consumo d’acqua o gas estinguenti ecocompatibili);
- digitalizzazione (monitoraggio remoto, sistemi intelligenti di rivelazione e manutenzione predittiva);
- flessibilità degli spazi (uffici e capannoni modulari che richiedono soluzioni adattabili).
Le aziende più attente integrano la prevenzione incendi nella gestione del rischio aziendale, migliorando non solo la sicurezza, ma anche l’immagine e la continuità operativa.
10. Conclusioni: sicurezza progettata, non improvvisata
La progettazione degli impianti antincendio è un investimento sulla sicurezza, non un costo.
Richiede competenze multidisciplinari, aggiornamento continuo e una stretta collaborazione tra progettisti, tecnici, manutentori e datori di lavoro.
Un impianto progettato correttamente:
- protegge vite e beni;
- evita sanzioni e fermi produttivi;
- garantisce conformità normativa;
- migliora la reputazione aziendale.
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